Il cinema e la fede: un dialogo possibile

Il cinema e la fede, tra inquietudini e speranze: presentazione della rassegna.

Ne parlano:
S.E. Mons. ROBERTO BUSTI
Vescovo di Mantova, Presidente Acec

ARIANNA PREVEDELLO
Ufficio Comunicazioni Sociali Diocesi di Padova
(Nella sezione "Commenti" una breve nota biografica di Arianna Prevedello)

A seguire:
"FEDELE ALLA LINEA" di Germano Maccioni. Film documentario. Italia 2013. 74'


Un dialogo intimo tra le mura di casa per ripercorrere il vissuto di Giovanni Lindo Ferretti. Dall'Appennino alla Mongolia, attraversando il successo, la malattia, lo sgretolarsi di una ideologia, ma sempre in nome di un pensiero libero e forte. Fino al ritorno tra i suoi monti, alle tradizioni secolari e al ritrovato cattolicesimo.

venerdì 18 ottobre 2013 - ore 18.00
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5 commenti:

  1. Vi invio alcune note sulla nostra ospite: Arianna Prevedello è programmatrice cinematografica di una ventina di schermi per il Centro Padovano della comunicazione Sociale e animatrice culturale per sale della comunità, associazioni e comuni del Veneto. Si occupa di cinema e pastorale per varie riviste e occasioni formative dedicate a presbiteri e altri operatori della comunità ecclesiale. Collabora stabilmente con l’Agis Tre Venezie per il progetto “Cinema e condizione giovanile”, il Centro Italiano Femminile per l’animazione dello storico e apprezzato cineforum e l’Azione Cattolica per il progetto “Laboratori di laicità”. Ha condotto workshop di formazione per l’Anicec e l’Acec per cui scrive nel sito e nella rivista Sdc.
    Potete avere ulteriori notizie sulla sua attività di ricerca e formazione andando sul sito: http://www.violadelpensiero.it/cinema-in-prospettiva
    Paolo Breviglieri

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  2. Ciao a tutti e benvenuti al dopo film,
    la prima serata è stata ricca di stimoli di riflessione; ve ne propongo un paio per “accendere” il confronto.
    Arianna Prevedello ci ha mostrato come il cinema permetta un’esperienza che parla alla pancia dello spettatore, comunicando a livello emotivo e simbolico. Per questo il suo linguaggio può essere uno strumento di ricerca personale e anche di guida. Nella mia esperienza trovo che questo sia vero: mentre l’ascoltavo mi venivano in mente infatti alcune scene di film che talvolta riaffiorano nel ricordo e che rappresentano delle piccole icone che danno concretezza a qualcosa che sarebbe molto complicato descrivere con un discorso. Sono frammenti che si legano a momenti di vita o che meglio di altri rappresentano delle situazioni emotive importanti. Che cosa ne pensate?
    Un altro aspetto che mi ha colpito è relativo al percorso di conversione di Giovanni Lindo Ferretti; la risposta dell’anziano parroco alla sua richiesta di fare i conti con la fede è stata molto semplice: “vieni a messa alla domenica, confessati..” ovvero entra concretamente in una vita di fede, non solo con il ragionamento o la testa ma con il corpo, la partecipazione, il fare, il provare, il sentire. In fondo è il modo con cui Cristo stesso chiama e coinvolge gli apostoli: “vieni e seguimi”. Quanto è importante essere immersi in una realtà di esperienze semplici e continue per alimentare questa ricerca e la crescita della relazione con Dio.
    A questo proposito è molto significativo un punto dell’intervista che non abbiamo potuto trasmettere per ragioni di tempo in cui Giovanni racconta come questa sua svolta sia maturata negli anni che ha dedicato interamente ad assistere la madre invalida. Per chi volesse vedere interamente l'intervista che offre altri spunti interessanti, può andare sul sito: http://www.youtube.com/watch?v=YnOHkr-xSY0

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  3. la voce piena e pacata, lo sguardo umile e diretto, il sorriso senza incertezza e senza vergogna, il desiderio di Eterno di Giovanni Lindo Ferretti nell'intervista e nel film fanno venire nostalgia di conversione… Mi commuove, perché è profondo desiderio anche mio, che la fede si manifesti e cresca nella concretezza della vita quotidiana e potermi sentire, come dice Ferretti, “nell’economia dell’Eterno”

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  4. Grazie del commento Cecilia, è interessante, mi richiama quell’altra frase dell’intervista in cui Giovanni ricorda che dopo essere tornato al paese e aver ritrovato la casa dei nonni e la stalla dei cavalli, sentiva il bisogno di ritrovare anche la casa del Padre.. una fede riscoperta sotto la cenere delle proprie radici, in sintonia con il mondo della natura e con il ritmo del tempo.

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  5. Mi rimane questa immagine di Ferretti: mentre dice di sé che è un "cristiano bambino" dimostra la tranquilla serenità dell'anziano convinto che nient'altro gli potrà capitare di male da poter scalfire la totale fiducia in Dio. Suscita tenerezza il suo affidamento a Maria e alla Chiesa: nelle parole, nella preghiera, nella litania cantata, nei silenzi e nei luoghi - casa, chiesa, creato - il suo sembra quasi un "accoccolarsi"

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